mercoledì 25 febbraio 2015

L'ORA DELLA TERRA

“Il 28 marzo milioni di persone nel mondo unite sotto il segno del WWF per dare un futuro al pianeta”  

Al grido di “Change Climate Change” torna, sabato 28 marzo – pochi mesi prima del tanto atteso nuovo accordo globale sul clima –  l’Ora della Terra, la più grande mobilitazione globale nata come evento simbolico per fermare il cambiamento climatico. Le luci si spegneranno per un’ora, dalle ore 20.30 alle 21.30,  attraverso tutti i fusi orari, dal Pacifico alle coste atlantiche. Una vera e propria sfida con cui, attraverso il coinvolgimento delle persone, dai cittadini alle celebrities, dalle aziende alle amministrazioni, ciascuno è chiamato a promuovere un’azione capace  di generare un vero e proprio cambiamento come richiama lo slogan Change Climate Change – Use your power. Un’azione che vedrà una tappa importante proprio nel 2015, anno in cui si deve chiudere il negoziato dell’ONU per un accordo globale, a Parigi, il prossimo dicembre nella COP21.

Il 2014, secondo quanto hanno rilevato alcuni tra i più importanti centri di ricerca, che registrano le temperature globali del pianeta, come il GISS della NASA, il  NOAA, la Japan Metereological Agency e il Met Office britannico, è stato registrato come  l’anno più caldo sulla Terra a partire dal 1880. Da allora, infatti, la temperatura media della superficie terrestre è aumentata di  0.8 gradi C. Sono quindi superati  i record precedenti, sia quello del 2005 che del 2010. I dieci anni più caldi, con l’eccezione del 1998, sono tutti nel periodo che va dal 2000 ad oggi.  Il cambiamento climatico è una delle minacce più devastanti per gli ecosistemi, la biodiversità, la straordinaria ricchezza della vita sulla Terra grazie alla quale deriviamo il nostro benessere e il nostro sviluppo  e la vita di centinaia di milioni di persone sul pianeta.

"Il cambiamento climatico non è solo la questione del momento, è il problema della nostra generazione – ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile energia e Clima del WWF Italia - Earth Hour è il movimento focalizzato sul problema del cambiamento climatico e sulle possibili soluzioni che coinvolge  persone, comunità, istituzioni e aziende nel mondo. Le luci si spegneranno per un' ora, ma le azioni di milioni di persone durante l'anno ispireranno le soluzioni necessarie per fermare il cambiamento climatico. Bisogna far presto e fare quello che la comunità scientifica ci consiglia, cioè decarbonizzare economia e sviluppo. Il riscaldamento globale non conosce confini: Earth Hour coinvolge tutti i cittadini del mondo e rende i loro gesti, uniti a tanti altri, altamente significativi di una volontà comune”.

Infatti, fin da ora gli organizzatori di Earth Hour stanno lavorando con cittadini,  politici e imprese per guidare i progressi sul clima in oltre 120 paesi, come sta avvenendo con il governo del Nepal in materia di politica ambientale per facilitare l'accesso all’energia solare per l'uso residenziale urbano, con la sensibilizzazione sul clima nelle scuole in Europa e in Africa e con il lavoro con agricoltori e pescatori dall’ Australia alla Colombia.

I monumenti più famosi del mondo resteranno, ancora una volta, al buio durante Earth Hour e tutti i sostenitori nei cinque continenti potranno inoltre utilizzare l’Ora della Terra per promuovere soluzioni al cambiamento climatico: dal sostegno all’installazione di energia solare alla lotta alla deforestazione, dalla legislazione all'istruzione e le pratiche commerciali eco-responsabili.
All’appello del WWF stanno rispondendo i primi testimonial: anche quest’anno  Marco Mengoni ha scelto da subito di sostenere l’Earth Hour ed il suo messaggio è inserito nel video di promozione del WWF.

Nel 2014 i sostenitori di Earth Hour hanno raccolto fondi per piantare milioni di alberi, promuovere l'uso di stufe a basso consumo di carburante e ridurre l'impronta di carbonio di migliaia di scuole. Dal 2007, Earth Hour ha mobilitato imprese, organizzazioni, governi e  centinaia di milioni di persone in oltre 7.000 città e 162 paesi.

EARTH HOUR IN ITALIA
Ad oggi i comuni di  piccole e grandi città che hanno aderito a Earth Hour 2015 sono già 55 : verranno spenti i monumenti e chiese, dalla Basilica di San Pietro al Castello Sforzesco e Palazzo Marino a Milano, da Palazzo Vecchio e Ponte Vecchio alla statua del David a Piazzale Michelangelo a Firenze, dal Palazzo Accursio di Bologna all’Arena di Verona,. Tra gli spegnimenti inediti non poteva mancare Expo 2015 che a Milano, a un mese dall’inizio della esposizione dedicata al cibo,  spegnerà l’Expo Gate dove sono previste attività di animazione fin dal pomeriggio. Per trascorrere l’Ora di Buio verranno organizzate cene al lume di candela, spettacoli di danza in piazza, attività con bambini.
Anche alcune delle Oasi WWF aderiscono organizzando eventi dedicati per quella sera, da Orbetello e Orti Bottagone in Toscana a Macchiagrande nel Lazio, da Alviano in Umbria al Bosco di Vanzago in Lombardia. E poi Valpredina, Valmanera, Miramare, le Cesine, Ripa Bianca di Jesi e Monte Arcosu.

lunedì 15 dicembre 2014

Clima, delusione alla Cop20 di Lima

L’esito dei lavori della Conferenza ONU sul Clima che si è conclusa ieri, a Lima, ha lasciato l’amaro in bocca al WWF. Si tratta di una decisione deludente e debole, di  un compromesso al minimo comun denominatore  “ma il WWF agirà dentro e fuori il processo negoziale per far sì che venga affrontata l’urgenza della lotta ai cambiamenti climatici " ha detto Mariagrazia Midulla responsabile clima ed energia del WWF.
La distanza tra allarme dei cittadini e capacità dei governi di rispondere sta diventando estremamente grave e pericolosa”, ha sottolineato la Midulla.
"La scienza è stata chiara, ritardare l'azione fino al 2020 renderà molto difficile evitare i peggiori impatti dei cambiamenti climatici, ma la politica è incapace di cogliere l’urgenza.
«Grave l’indebolimento del percorso per ridurre le emissioni prima del 2020, obiettivo essenziale per rimanere al di sotto dei 2°C di aumento medio della temperatura media globale, ponendo le basi per porre fine all’era dei combustibili fossili e accelerare il cambio verso le energie rinnovabili e una maggiore
Secondo la Midulla, «A Lima hanno prevalso gli egoismi e l’incapacità dei governi di agire in modo collettivo contro una minaccia di portata enorme. Ma ha anche prevalso l’azione ben concertata delle lobby fossili, che hanno fatto di tutto per dividere, far serpeggiare la sfiducia e approfondire le distanze. Se vogliono sul serio prevenire la catastrofe climatica, i governi devono ora immediatamente individuare le azioni specifiche per ridurre le emissioni e fornire finanziamenti prima del 2020. Ci saranno ampie opportunità di farlo con i paesi più sviluppati riuniti per il G7 in Germania e i vertici Onu previsti per giugno 2015. Ci sono sei mesi per decidere tagli delle emissioni più ambiziosi e gli impegni finanziari per il periodo fino al 2020. Occorre puntare ad avere un accordo significativo ed efficace a Parigi, basato sulle indicazioni della comunità scientifica e non sulla politica. La speranza per il clima viene soprattutto dalla società civile, dai governi locali, dalle imprese che lavorano per affermare alternative ai combustibili fossili, una realtà economica ed energetica concreta. Il Wwf agirà dentro e fuori il processo negoziale per far sì che venga affrontata l’urgenza della lotta ai cambiamenti climatici».

mercoledì 26 novembre 2014

Il WWF e il vertice di Lima sul Clima: Salviamo le foreste e le foreste salveranno il Pianeta


I cambiamenti del clima incidono sulla deforestazione che a sua volta incide sul clima in un circolo vizioso che deve assolutamente essere interrotto perché non venga superato il punto critico oltre il quale non possiamo sapere quali saranno gli effetti sull’uomo .

Le emissioni derivanti dai processi di deforestazione hanno raggiunto nel 2013 la cifra di 3.3 miliardi di tonnellate, che costituisce un 8% delle emissioni totali.

 Il vertice della Convenzione sui cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite (UNFCCC) che si terrà a Lima dal 1 al 12 dicembre è uno dei  passaggi fondamentali verso la COP21 di Parigi  quando dovrà essere siglato il nuovo accordo globale post 2015.


“Ci sono fin troppe prove scientifiche che dimostrano il nesso fra deforestazione e 


Gianfranco Bologna,

 direttore scientifico del WWF Italia


cambiamenti climatici. Continuare a bruciare carbone, petrolio e gas e a continuare nei processi di deforestazione e degrado degli ecosistemi forestali, significa solo aggravare l’instabilità climatica con l’alta probabilità di raggiungere e superare delle soglie molto pericolose per tutte le società umane e per l’intera natura e ricchezza della biodiversità con cui condividiamo questo periodo della vita del nostro pianeta e grazie alla quale riusciamo a vivere e a ottenere benessere e sviluppo” dice Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia.



Il WWF, pur denunciando la gravità della situazione, ricorda, però, che possiamo ancora fare qualcosa per rimanere al di sotto dei 2°C di aumento medio della temperatura globale. Mariagrazia Midulla, responsabile Clima Energia del WWF Italia, sottolinea  l’importanza sia degli impegni Usa – Cina sia dei segnali politici  per la riduzione delle emissioni entro il 2014 e lo sviluppo del solare nei prossimi tre anni per “lasciare i combustibili fossili sotto terra”.



Mariagrazia Midulla,
 responsabile Clima Energia del WWF Italia
“Le conseguenze dell’inazione sarebbero tremende - ha detto Mariagrazia Midulla,  che seguirà a Lima i negoziati - le alternative ai combustibili fossili stanno già dimostrando tuttele loro potenzialità: dire che la sfida è difficile non è più una scusa valida. Abbiamo solo un anno di tempo prima del Summit di Parigi.

C’è stato un buon avvio con le ‘offerte iniziali’ da parte di Cina, Stati Uniti e Unione europea, che si sono tutti impegnati a ridurre le emissioni. Gli impegni finanziari assunti da un certo numero di paesi all’inizio di questo mese costituisce un altro necessario impulso politico ai negoziati”. 

La Conferenza sul clima delle Nazioni Unite di Lima, dunque,  sarà fondamentale per accertare la volontà politica per un nuovo accordo globale sul clima. I governi sono tenuti a concordare il quadro del nuovo strumento legale che deve essere approvato a Parigi nel 2015. 


“Non si possono più commettere errori o perdere ulteriore tempo prezioso. La COP20 è una cartina di tornasole per la volontà politica di raggiungere un accordo mondiale ambizioso ed equo sul cambiamento climatico dopo che sia la comunità scientifica che centinaia di migliaia di cittadini in tutto il mondo hanno sottolineato la necessità di agire presto e in modo efficace “ 




La lotta alla deforestazione deve essere combattuta su scala globale e locale. Globalmente attraverso il coinvolgimento delle istituzioni che hanno un peso sulle riforme e sulle politiche del pianeta e attraverso il coinvolgimento della società civile che è responsabile in modo diretto del consumo e della distruzione delle foreste; localmente nella realizzazione di percorsi di sostenibilità, insieme alle comunità locali, che dimostrino la possibilità di vivere e utilizzare le foreste nel pieno rispetto degli equilibri ecologici, dei diritti delle comunità locali e dei principi di democrazia e  benessere. 


E’ questa la strategia che il WWF porta avanti in Amazzonia con la Living Amazon Initiative e nello specifico con il progetto “Tresfronteras” a cavallo tra Perù, Colombia ed Ecuador. Un progetto di grandissima soddisfazione che vede coinvolti tutto il sistema di attori che vivono delle e nelle foreste di questo angolo prezioso e remoto del paese: aree protette, comunità indigene, piccoli imprenditori, istituzioni locali e nazionali. Il progetto “Tresfronteras” è stato nella primavera 2014 al centro della campagna di raccolta fondi del WWF Italia a tutela dell’Amazzonia e ha coinvolto 90.000 sostenitori solo in Italia.









martedì 17 dicembre 2013

Filippine - Gli agricoltori colpiti dal tifone ricevono le prime sementi d’emergenza


Le donazioni sono arrivate in un momento 'critico', in tempo per la stagione della semina

 Ad un mese di distanza da quando il tifone Haiyan ha colpito in modo devastante le Filippine, gli agricoltori che hanno perso raccolti, attrezzi ed altri essenziali fattori produttivi, stanno ricevendo la prima ondata di sementi d'emergenza, che rappresentano la speranza di una stagione di semina produttiva ed il tanto necessario cibo per il prossimo anno, ha reso noto  la FAO. 

La FAO e il Dipartimento dell'agricoltura (DA) delle Filippine hanno iniziato la consegna delle prime sementi di riso e di mais alle comunità rurali del gruppo di isole Visayan. Come risultato, alcuni tra i più vulnerabili contadini delle Filippine - molti dei quali hanno anche perso i propri cari, così come le case e altri beni - saranno ora in grado di ripristinare i loro mezzi di sussistenza in tempo per la stagione della semina in corso e, quindi, garantire il raccolto in marzo-aprile. 

"Le distribuzioni di semi sono arrivate in un momento critico, considerato che il tifone ha colpito all'inizio della stagione della semina", ha sottolineato Rodrigue Vinet, Rappresentante ad interim della FAO nelle Filippine. 

"Senza il sostegno della FAO questi agricoltori non sarebbero stati in grado di piantare il riso entro gennaio, e non avrebbero avuto il raccolto in marzo/aprile. Questo significa che non avrebbero fatto un raccolto di riso per quasi un anno, fino a ottobre o novembre del 2014". 

"Grazie al fatto che siamo riusciti a consegnare in tempo agli agricoltori le sementi e i fattori produttivi di cui hanno bisogno, saranno in grado di produrre almeno 2 tonnellate di riso con il raccolto di marzo/aprile, abbastanza riso per sfamare una famiglia di cinque persone per un anno, e generare reddito dal surplus", ha fatto notare Hiroyuki Konuma, Rappresentante Regionale della FAO per la regione Asia-Pacifico. 

Le donazioni di sementi d'emergenza sono state rese possibili grazie al rapido sostegno internazionale fornito dal Belgio, dalla Svizzera, dall'Italia, dall'Irlanda, dalla Norvegia, dal Dipartimento per lo Sviluppo Internazionale del Regno Unito (DFID), dal Fondo Centrale di risposta d'emergenza delle Nazioni Unite (CERF) e da donazioni private, nonché dalla mobilitazione dei meccanismi di finanziamento d'emergenza della FAO . 

sabato 14 dicembre 2013

Stop alla circolazione a Roma il 14 e 15 dicembre



Roma:: Sabato 14 e domenica 15 dicembre 2013 blocco della circolazione per i veicoli più inquinanti

 L'Amministrazione capitolina, in relazione alla persistente criticità dell’inquinamento atmosferico nella Capitale, ha deciso il blocco della circolazione per i veicoli più inquinanti all'interno della Fascia Verde  per sabato 14 e domenica 15 dicembre 2013 dalle ore 7.30 alle ore 20.30. 

Lo stop riguarderà le seguenti categorie veicolari:
autoveicoli a benzina "euro 0", "euro 1"; autoveicoli diesel "euro 0", "euro 1" e "euro 2"; motoveicoli e ciclomotori a due, tre, quattro ruote a 2 e 4 tempi “euro 0” e "euro 1"; microcar diesel "euro 0" e "euro 1".
 

mercoledì 30 dicembre 2009

WWF: “UN BILANCIO IN NERO PER IL 2009”

Il 2009 per il WWF verrà ricordato in Italia come un anno critico per l’ambiente, dalla pioggia di cemento attraverso i piani casa alle continue alluvioni e frane, dal rilancio del nucleare a quello di infrastrutture imponenti e discutibili come il Ponte sullo Stretto, dalle vicende delle navi dei veleni ai tentativi di deregulation sulla caccia. Il Belpaese ha poi mostrato in maniera particolare tutta la sua fragilità ambientale, aggravata anche dai sempre più violenti effetti dei mutamenti climatici, e una sofferenza cronica rispetto a gravi problemi di inquinamento che si trascina dal passato e che scelte pericolose come il nucleare rischiano di aggravare ulteriormente. E la ‘cartina tornasole’ sulle scelte di politica ambientala, ovvero, la Finanziaria 2010, mette a nudo l’assenza di strategia e finanziamenti su questo fronte lasciando così l’ambiente a ‘tasche vuote’ nonostante gli impegni proclamati in ambito internazionale, dal clima alla biodiversità.

Ecco in dettaglio i 6 capitoli ‘bui’ per l’ambiente nel 2009:

L’ANNO DEL CEMENTO
Già a metà anno la denuncia del WWF era stata lanciata dopo aver assistito ad un vero e proprio boom edificatorio in moltissime città (clamoroso l’esempio di Roma) e alla luce dei cosiddetti Piani Casa, approvati in modo autonomo da tutte le Regioni e che hanno dato vita ad una normativa disomogenea che è andata ben oltre gli ampliamenti delle abitazioni uni e bifamiliari. Addirittura nel caso della Sardegna il Piano Casa regionale ha interferito in modo pesante con tutti i vincoli posti dalla pianificazione paesaggistica.
Interventi di questo tipo mostrano tutta la loro assurdità se si pensa a quello che è accaduto nel 2009: dal terremoto dell’Aquila all’alluvione con frana in provincia di Messina e poi più recentemente anche ad Ischia ed in Toscana in Garfagnana e Versilia. In questa Italia a rischio, ormai molto ben conosciuta, non solo tardano gli interventi di messa in sicurezza ma mancano tutte le azioni preventive serie, oltre che repressive, che frenino altre infrastrutturazioni in aree sensibili per le caratteristiche sismiche o idrogeologiche.

ITALIA ATOMICA
Il 2009 verrà sicuramente ricordato per il rilancio del nucleare, una ‘virata’ di 180 gradi nelle politiche che riguardano l’ambiente forse ancora poco percepita, per la gravità degli effetti e l’assurdità degli investimenti, dalla grande opinione pubblica. Mancano ancora alcuni mesi per la decisione definitiva sulla localizzazione dei siti delle nuove centrali e del centro nazionale di stoccaggio dei rifiuti radioattivi e com’è noto si aspettano le elezioni regionali per timore di possibili ripercussioni sul voto, ma la scelta nucleare è stata ormai decisa dal Parlamento alla fine di luglio. Ben 10 Regioni, ritenendosi giustamente escluse dal processo decisionale, hanno ricorso in Corte Costituzionale che si pronuncerà nel 2010. A quel punto la questione inizierà ad essere percepita come concreta ed imminente e si apriranno nuovi confronti che inevitabilmente coinvolgeranno in modo più diretto le popolazioni delle zone prescelte per i nuovi impianti.


FINANZIARIA 2010: LA ‘CARTINA TORNASOLE’ DI UN’ITALIA ‘DISTRATTA’
C’è ancora una significativa discrepanza tra le dichiarazioni di principio che, soprattutto a livello internazionale, il Governo assume e l’attuazione delle politiche ambientali in Italia. Buoni e in larga misura condivisibili sono stati i documenti conclusivi del G8 Ambiente di Siracusa (in aprile), e del G8 dell’Aquila (a luglio), ma ben poco di tutto ciò si è visto nel pratico. Ma i segnali che in generale la politica italiana sta dando vanno nella direzione opposta. La cartina tornasole sulla ‘sensibilità’ ambientale delle politiche nazionali è proprio la Legge Finanziaria approvata in Parlamento che traghetta l’Italia verso il 2010. Si inizia l’ anno internazionale della biodiversità come dichiarato dall’UICN senza stanziamenti adeguati: il nostro paese, che detiene molti primati in termini di ricchezza di specie e habitat, non destina nemmeno un centesimo di euro per la definizione e attuazione della Strategia Nazionale a tutela della biodiversità, nonostante le scadenze internazionali (Countdown 2010) e i solenni impegni assunti con la Carta di Siracusa, a conclusione del G8 Ambiente. E nell’Anno del Clima, a pochi giorni dalla conclusione del vertice di Copenaghen dove il tema dell’aiuto allo sviluppo è stato centrale, suona stridente la conferma del taglio, già operato con la Legge Finanziaria 2009, del 49%, dei fondi destinati con la Legge Finanziaria 2008 all’aiuto pubblico in favore dei Paesi in via di sviluppo. Ci si è dimenticati poi degli impegni assunti dall’Italia sui cambiamenti climatici assunti sempre in sede G8 in attuazione del Protocollo di Kyoto visto che non è previsto alcun fondo (la Legge Finanziaria 2007 destinava 200 milioni di euro al Fondo rotativo per Kyoto) e non è stato individuato alcuno strumento per la riduzione delle emissioni di Co2. Come se non bastasse, in campo energetico sono stati tagliati i 50 milioni di euro destinati complessivamente al Fondo sull’efficienza energetica (38,624 mln, nel 2009) e agli incentivi per il risparmio energetico (11,587 mln di euro, nel 2009) e non c’è traccia della copertura della detrazione di imposta del 55% per interventi di riqualificazione energetica degli edifici esistenti.
Nonostante le sacrosante proteste del Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, nel 2010 diminuiranno nel loro complesso le risorse per l’ambiente: circa 276 milioni di euro (tra Legge Finanziaria e Bilancio 2010), spiccioli se si considera che stiamo parlando di difesa mare, difesa suolo e bonifiche, aree protette, ISPRA e CITES, Convenzione internazionale sul commercio delle specie protette. Il rischio è anche quello di una significativa diminuzione dei controlli ambientali per mancanza di risorse visto che a ISPRA, nella quale sono confluiti anche ICRAM (l’Istituto di ricerca sul mare) e INFS, (l’Istituto nazionale per la fauna selvatica) si destinano nel 2010 solo 86 milioni di euro quando alla sola APAT lo scorso anno, la Legge Finanziaria 2009 destinava 90 milioni di euro.

GRANDI OPERE, MA NELL’ELENCO IL RIPRISTINO DEL TERRITORIO ANCORA NON C’E’
Il Governo insiste sull’impostazione delle grandi opere strategiche destinando oltre 1 miliardo e 564 milioni circa di euro alle infrastrutture strategiche (autostrade e linee ad alta velocità ferroviaria) a fronte di fondi 15 volte inferiori destinati alla mobilità urbana (solo 120 milioni di euro).


Dunque i disastri continuano a non insegnare nulla visto che non si hanno notizie della più grande e importante opera pubblica del Paese, ovvero, la sistemazione del dissesto idrogeologico ancora senza finanziamenti adeguati e senza un piano pluriennale d’interventi. Il 2009 sarà ricordato anche per il disastro ferroviario di Viareggio e anche per questo appare clamoroso il fatto che non ci siano risorse né per la sicurezza ferroviaria né per quella stradale. Eppure, per rimarcare la scelta delle Grandi Opere strategiche per il Paese si è arrivati persino al tentativo di far passare la variante ferroviaria di Cannitello a Reggio Calabria, opera da tempo aspettata e richiesta per migliorare il traffico ferroviario e come tale approvata, quale avvio della costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina; restano ancora le follie dell’Autostrada della Maremma la cui scelleratezza economica ed ambientale è chiarissima e l’Alta Velocità.

L’EREDITA’ DEI VELENI
Il 2009 verrà ricordato anche per il tema delle navi dei veleni: nonostante le notizie fossero da anni circolate anche in ambito parlamentare e fossero oggetto d’indagine da parte di diverse Procure, quest’anno il tema ha suscitato grandissima attenzione. Nonostante il gran clamore mediatico suscitato, il tema sembra essere precipitato di nuovo nel silenzio come se le rassicurazioni date per il carico della nave inabissata a largo di Cetraro possano estendersi alle altre decine di navi del cui affondamento doloso si ormai certi.

BIODIVERSITA’: UN BRUTTO BIGLIETTO DA VISITA PER IL 2010
Se il 2009 è stato l’anno del clima, il 2010 sarà l’anno internazionale della biodiversità e, oltre al già citato mancato finanziamento per attuare la Convenzione internazionale sulla biodiversità , il WWF segnala continui tentativi di modificare, peggiorandole, le leggi italiane sulla tutela della natura e della fauna selvatica, come ad esempio la Legge quadro sulla caccia. Nel corso del 2009 infatti sono stati numerosi i tentativi di approvare pessime modifiche, con la tecnica degli emendamenti “blitz” presentati in disegni di legge in discussione aventi ad oggetto materie del tutto diverse. Grazie alla mobilitazione tempestiva del WWF e delle altre associazioni queste modifiche sono state respinte. Non abbiamo, invece, registrato nel corso dell’anno alcun segnale in positivo per la tutela della fauna, dei parchi, degli habitat naturali, del mare, che sarebbero invece assolutamente necessari in un Paese che divora ogni anno una percentuale preoccupante del patrimonio di biodiversità e di territorio.